Eliminare calabroni e vespe
Il calabrone è la più grande delle vespe europee e nordamericane; insetto prevalentemente carnivoro, predatore di altri insetti, non disdegna però la polpa della frutta e i nettari zuccherini, e ciò contribuisce a spiegare la sua diffusione in aree agricole. Questi insetti possono diventare molto aggressivi se messi alle strette o in vicinanza del nido.
Le femmine sono dotate di pungiglione, le cui punture possono essere molto dolorose per gli esseri umani; esse, inoltre, liberano feromoni che informano dell'attacco in corso gli altri calabroni, talvolta provocandone l'intervento in gruppo. Come nel caso delle altre vespe e delle api, il veleno inoculato ha effetti solo locali e transitori per la maggior parte delle persone, ma può provocare nei soggetti allergici reazioni anafilattiche anche mortali.
Come molti altri tipi di vespe, i calabroni possono danneggiare le coltivazioni frutticole, come pere, mele, prugne e uve. Una colonia di calabroni può compromettere irrimediabilmente l'intera produzione di un melo in poco tempo, spesso escavando solo la parte più matura del frutto per poi passare ad attaccarne un altro.
Vi sono varie categorie di trappole per i calabroni in genere:
- adesive (tipo vischio), autocostruite
- ad annegamento costituite da un contenitore per l’esca e un coperchio di vario tipo che consenta l’ingresso ma non l’uscita dell’insetto nocivo, sia già pronte in commercio, sia completamente auto costruite, sia con uno dei tappi in commercio avvitato su contenitore alimentare standard (bottiglia o vaso in vetro)
- meccaniche passive (specifiche per apicoltori), cassetti aggiuntivi alle arnie, reti, ecc.
- luminose a ventola o griglia folgorante (come per le zanzare una lampada a luce fredda-azzurrognola attira gli insetti verso un aspiratore o una rete folgorante)
- farmacologiche (veleni): solo per interni infestati dagli insetti nocivi o soggetti a loro incursioni, da non usare all’aperto perché sostanze nocive anche per le api
- biologiche: piante carnivore specializzate in mosche e calabroni asiatici (in fase sperimentale).